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E nonostante le superstizioni su venerdì 17 eccomi qui con una nuova recensione dalle note thriller ↡
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➳ Recensione
Mia Dennett è la figlia di uno dei giudici più influenti della zona, se non dell'America, ribelle e fuori dagli schemi familiari sin dall'infanzia. In un giorno come tutti gli altri viene misteriosamente rapita da un uomo che però non segue alla lettera il piano che gli era stato comunicato.
Nonostante i pochi rapporti con la famiglia la madre ormai ha solo il pensiero di sua figlia e grazie all'aiuto del detective Gabe i due cercheranno di farsi forza, insieme a Mia, per mettere insieme i pezzi per scoprire cosa è successo.
Non ho però notato grandissime differenze per quanto riguarda la scrittura di ogni punto di vista, nonostante ciò ovviamente cambiano i pensieri ricorrenti di ogni personaggio.
Infatti, Eve, la madre di Mia, è uno dei personaggi che più riesce a trasmettere la preoccupazione nell'avere un familiare lontano senza avere sue notizie.
Gabe, invece, ci permette di vederla dal punto di vista di chi indaga.
Colin è sicuramente il punto di vista più singola e quello che mi più mi ha incuriosito, quello del rapitore.
Ahimè, però, non ho sentito la suspense che mi aspettavo, anzi. Non ci sono stati grandi colpi di scena, eccezion fatta per il finale. Probabilmente questo è uno dei lati "negativi" del parlare sia al presente sia al passato, ciò che il detective sta cercando di capire è il perchè Mia sia stata rapita. Ma già il fatto che Mia abbia i suoi capitoli al presente esclude che per lei sia finita con la morte.
A proposito di finale... Onestamente mi ha stupito, certo. Nonostante ciò, ripensando a tutto il libro, dopo essere venuta a conoscenza del finale, ho storto leggermente il naso perchè non capisco davvero il motivo di alcuni comportamenti. Di sicuro, però, è un finale originale, a mio avviso.
Voto: 3,5 frecce su 5
Mia Dennett è la figlia di uno dei giudici più influenti della zona, se non dell'America, ribelle e fuori dagli schemi familiari sin dall'infanzia. In un giorno come tutti gli altri viene misteriosamente rapita da un uomo che però non segue alla lettera il piano che gli era stato comunicato.
Nonostante i pochi rapporti con la famiglia la madre ormai ha solo il pensiero di sua figlia e grazie all'aiuto del detective Gabe i due cercheranno di farsi forza, insieme a Mia, per mettere insieme i pezzi per scoprire cosa è successo.
Mi alzo, la afferro per i capelli. Lei strilla. "Chiudi il becco", dico. La trascino tra gli alberi. Poi la spingo davanti a me e le ordino di muoversi. "Sbrigati", ma sembra che le sue gambe funzionino male. Inciampa, cade. "Alzati", urlo deciso. (p.77)Ho apprezzato tanto i vari punti di vista, sia quelli al presente che quelli al passato. E' di sicuro un modo migliore per capire come sono andate le vicende secondo il vissuto di tutti.
Non ho però notato grandissime differenze per quanto riguarda la scrittura di ogni punto di vista, nonostante ciò ovviamente cambiano i pensieri ricorrenti di ogni personaggio.
Infatti, Eve, la madre di Mia, è uno dei personaggi che più riesce a trasmettere la preoccupazione nell'avere un familiare lontano senza avere sue notizie.
Gabe, invece, ci permette di vederla dal punto di vista di chi indaga.
Colin è sicuramente il punto di vista più singola e quello che mi più mi ha incuriosito, quello del rapitore.
Sull'albero di Natale ci sono le luci. Non le dico come sono finite lì. Sostengo che non le piacerebbe saperlo. Le ho accennato che lo svantaggio altrui viene a nostro vantaggio. Secondo lei sono meravigliose di notte, quando spegniamo l'interruttore principale e ci sdraiamo vicini, al buio, rischiarati solo dal fuoco e dalle lucine sull'albero. (p.269)

A proposito di finale... Onestamente mi ha stupito, certo. Nonostante ciò, ripensando a tutto il libro, dopo essere venuta a conoscenza del finale, ho storto leggermente il naso perchè non capisco davvero il motivo di alcuni comportamenti. Di sicuro, però, è un finale originale, a mio avviso.
Voto: 3,5 frecce su 5
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