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Oggi un nuovo post per "Cosa ci porta il vento" non con un solo autore.. bensì con tredici! Ma sempre e solo un libro.
Oggi un nuovo post per "Cosa ci porta il vento" non con un solo autore.. bensì con tredici! Ma sempre e solo un libro.
Poesia latina e letteratura gialla.
È questo il binomio ideato per la raccolta di racconti Miti e delitti.
È questo il binomio ideato per la raccolta di racconti Miti e delitti.
L’insolito accostamento mira a unire passato e presente in un progetto editoriale ideato da Jacopo Lupi e curato da Andrea Del Castello.
Dopo l’esperienza positiva del festival Giallovidio nel 2018, nasce ora una vera e propria collana della Lupi Editore. Il progetto Giallovidio vuole dare continuità alle pubblicazioni “mystery” che allo stesso tempo rivolgono uno sguardo alla letteratura classica o in generale alla storia e alle peculiarità del territorio.
Oltre alla prefazione di Romano De Marco, uno degli autori più affermati del panorama italiano contemporaneo, la raccolta ospita 13 racconti di 13 scrittori che hanno rivisitato in chiave thriller e moderna i 13 miti delle Metamorfosi di Ovidio che nel 2017 Alessandro Monticelli e Claudio Pagone hanno rappresentato mediante un’istallazione artistica tra le arcate dell’acquedotto medioevale di Sulmona.
Due racconti di questa raccolta sono proprio ambientati a Sulmona. Ci sono autori abruzzesi e autori di altre regioni, quali Emilia Romagna, Toscana, Marche, Molise e Campania.
Come afferma Del Castello nell’introduzione, l’ordine dei racconti si snoda lungo un percorso che a grandi linee parte dallo stile tipico del giallo contemporaneo (Marilù Oliva, Annavera Viva), e attraverso le penne della scrittura professionista (Daniela Casciola, Paolo Di Vincenzo), passando per nuove e più dure voci della narrativa (lo stesso Del Castello, Walter Miraldi, Jøn Mirko, Alessandra Cotoloni, Sara Ferri), arriva all’aulismo degli esperti della materia ovidiana (Simone Lupi, Raffaele Giannantonio) e delle poetesse prestate alla prosa (Michela Di Gregorio Zitella, Imma Telesforo).
“Si tratta di un percorso” scrive il curatore “che ci riporta idealmente alla poesia, la forma originaria delle Metamorfosi, come a chiudere un ciclo che comincia e finisce con il poeta di Sulmona, come a dimostrare che si vuole tornare a Ovidio, ma con uno sguardo costante al presente e al futuro”.
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