Buongiorno a tutti voi e buona domenica ^^
Oggi vi propongo un bellissimo racconto per la quarta "puntata" di "Quattro blog per un autore" con il libro Darklight souls - la vista dell'anima di Melissa J. Kat.
Leggete fino in fondo :)
Oggi vi propongo un bellissimo racconto per la quarta "puntata" di "Quattro blog per un autore" con il libro Darklight souls - la vista dell'anima di Melissa J. Kat.
Leggete fino in fondo :)
Conosciamo l’autrice attraverso la sua scrittura.
L’autrice potrà scegliere tra:
A) DARE SFOGO ALLA SUA SCRITTURA CREATIVA SCEGLIENDO UNO DEI TRE QUESITI PROPOSTI
B) DARE ORIGINE A UN RACCONTO BREVE SCEGLIENDO TRA TRE INCIPIT
B) Fantasy
Il sole stava tramontando sulle verdi vallate di Renwinter quando Spoongy, elfo nato e cresciuto nel villaggio più piccolo del Regno di Nalyssa, iniziò la sua corsa a perdifiato giù per il sentiero immerso nella foresta di Kinwood. Se le sue orecchie a mezzapunta non lo avevano tradito stavolta, aveva appena sentito un rumore di zoccoli avvicinarsi ed era raro vedere dei cavalieri a Renwinter.
Il sole stava tramontando sulle verdi vallate di Renwinter quando Spoongy, elfo nato e cresciuto nel villaggio più piccolo del Regno di Nalyssa, iniziò la sua corsa a perdifiato giù per il sentiero immerso nella foresta di Kinwood. Se le sue orecchie a mezzapunta non lo avevano tradito stavolta, aveva appena sentito un rumore di zoccoli avvicinarsi ed era raro vedere dei cavalieri a Renwinter.
Correva senza sosta quando inciampò in un
sasso e, perdendo l’equilibrio, si ritrovò con la faccia nella polvere. Sei
cavalieri dalle armature argentate, lo aspettavano alla fine del sentiero e la
sua vita sarebbe cambiata presto, molto presto.
"Non è possibile!" Pensò
Spoongy mentre si rialzava, spolverandosi la terra dai vestiti tessuti con
secche foglie colorate. "Saranno passati almeno dieci anni dall'ultima
visita dei cavalieri reali a Renwinter, ed era stato in occasione della guerra
dei regni fatati. Dev'essere successo qualcosa di importante, devo correre ad
avvisare gli altri abitanti del villaggio!". L'elfo raccolse il suo
cappello a punta e se lo ficcò sulla testa, in tutta fretta si voltò in
direzione del centro di Renwinter ma prima che potesse fare un solo passo, notò
una lunga ombra apparire sul suolo, seguita da una seconda più larga e infine
una terza che lo convinse a girarsi verso i loro minacciosi proprietari.
Tre dei cavalieri erano scesi dal loro
cavallo e circondavano Spoongy in tutta la loro stazza: all'interno delle
lucenti armature c'erano sei troll che lo fissavano con i loro grandi occhi a
palla. All'elfo non erano mai piaciute quelle creature: erano forti come una
mandria di tori e grossi come orsi, per questo motivo si adattavano
perfettamente a proteggere il regno nel ruolo di guardie e cavalieri; d'altro
canto erano più stupidi di uno gnomo ubriaco.
«Che cosa succede?» Chiese d'istinto
Spoongy. Anche gli altri tre cavalieri scesero da cavallo per affiancarsi ai
loro compagni e a quel punto l'elfo si fece piccolo piccolo per il timore che
incuteva la loro ingombrante presenza e corresse il tiro. «Ehm, voglio dire, a
cosa dobbiamo la vostra reale visita?»
Grugno, il più grosso dei sei, si fece
avanti. L'emblema dorato che portava al petto dell'armatura con inciso il suo
nome, al contrario di quelli d’argento affissi sugli altri cavalieri, fece
pensare a Spoongy che fosse il leader del gruppo. «Siamo arrivati a Renwinter
per ordine del principe Kiryan, figlio del nostro re Umber e della nostra
regina Elyna, sovrani del regno di Nalyssa, del quale fa parte questo piccolo
villaggio.» Sentenziò pomposo, e srotolò davanti al naso dell'elfo una vecchia
mappa impolverata. Spoongy guardò il troll con tanta perplessità quanta curiosità,
finché il capo dei cavalieri riprese il suo discorso.
«Il principe ha trovato questa mappa
nelle segrete del castello e ci ha dato l'incarico di trovare il tesoro» Disse,
puntando un grosso dito su una vistosa X alla fine di un percorso tracciato con
l'inchiostro. Al suo fianco si trovava una piccola macchia, con una forma
simile ad un cuore. A quella vista, l'elfo comprese immediatamente quale
sarebbe stata la loro meta e sbiancò in viso per il terrore. «Tu ci aiuterai a
decifrare questa mappa, dato che conosci questo posto molto meglio di noi, e ci
condurrai al tesoro». Spoongy sentì le punte delle orecchie fremere per la
paura. "Per mille foglie!", pensò tra sé, "Non ho nessuna
intenzione di aiutarli in tale impresa, mai e poi mai! Di tutti i luoghi del
villaggio, non può essere proprio lì! Sarebbe una catastrofe, se..."
Grugno interruppe i pensieri dell'elfo riavvolgendo la pergamena con un sonoro
grugnito, infastidito dal silenzio del suo interlocutore, il quale rifletteva
su una scusa da inventare. «Sono desolato, nobili cavalieri, ma non posso
aiutarvi. Vado molto di fretta, come avrete notato, perché... ho lasciato la
zuppa di cicale sul fuoco per cui, se non vi dispiace, devo immediatamente...»
Spoongy ruotò su sé stesso in un rapido dietro-front ma una punta affilata
sulla schiena lo persuase a voltarsi: tutti i troll avevano sguainato le loro
spade, che furono più convincenti di mille parole. Spoongy, allora, non poté
che arrendersi al loro volere, deglutendo nervosamente prima di riprendere l'uso
della parola. «Spoongy Clorofilya, al vostro servizio!» Rispose con un ampio
inchino, e i cavalieri, soddisfatti, rifoderarono le loro armi.
---
"Mai avrei pensato di trovarmi in
una simile situazione" Pensò l'elfo fissando la schiena corazzata di Grugno,
mentre trottavano in mezzo alla foresta di kinwood. "Per mia fortuna
questi troll sono talmente stupidi da non essere nemmeno in grado di leggere
una mappa comprensibile anche da un bambino. Pfu! È stato facile come intagliare
una matita, convincerli a passare per la foresta. Gli spetterà una bella
sorpresa, eh, eh!". Spoongy rise sotto ai baffi fra i cavalieri ignari del
suo piano per depistarli: gli abitanti del villaggio avevano costruito delle
trappole per orsi, delle quali l'elfo conosceva perfettamente la posizione.
Mentre il sole tingeva il cielo di un
viola acceso, il furbo elfo stava conducendo i troll proprio in quella
direzione, nella speranza che una volta intrappolati nelle reti, lui potesse
darsi alla fuga e i nobili troll avrebbero rinunciato all'impresa. Spoongy si
sfregò le piccole mani, orgoglioso della propria astuzia: ancora pochi passi e
il primo cavaliere in testa alla fila sarebbe finito dritto in una delle reti,
resa invisibile da una coperta di foglie, per poi essere appeso come un salame
grazie a delle corde legate agli alberi che sollevavano da terra il malcapitato
imprigionandolo nella trappola. Con lo
stesso metodo, gli elfi si erano difesi dagli orsi per anni, liberi di
raccogliere erbe e funghi nella foresta.
"Ecco! Ci siamo quasi". Pensò
Spoongy mentre il cavaliere procedeva secondo le sue indicazioni. «Sicuro che
sia la strada giusta? Ci siamo allontanati dal sentiero principale» Disse il
troll che apriva la fila, grattandosi l'elmo che conteneva il suo gran testone.
«Oh, sì, sicurissimo!» Replicò l'elfo, contenendo una risatina di scherno. Il
cavaliere in questione fece avanzare il suo destriero e Spoongy contò i passi
che mancavano alla trappola: meno tre... due... uno...e... CRACK! Il rumore di
un ramo spezzato fece arrestare il troll, che si voltò per guardarsi attorno.
«Cos'è stato? Avete sentito anche voi?» Chiese ai compagni, che abbandonarono
la loro posizione per scrutare la zona. "No, no, nooo! Non ci voleva,
proprio ora! Stupidi troll, andate avanti, da quella parte!" Spoongy diede
sfogo ai suoi pensieri scendendo da cavallo, senza il coraggio di dire nulla ad
alza voce. Impegnato ad imprecare tra sé osservando i troll, non si accorse di
ciò che era apparso alle sue spalle: un assordante ruggito lo fece balzare ad
un metro da terra e per lo spavento corse a perdifiato, finendo dritto sulla
rete nascosta. Il marchingegno di corde si attivò in un istante e il povero
elfo si ritrovò intrappolato a mezz'aria, faccia a faccia con un temibile orso
che digrignò i denti aguzzi. A Spoongy non restò che urlare, divincolandosi
inutilmente all'interno della rete. L'animale dava zampate a quel fagotto
appeso facendolo dondolare su e giù, tanto che fece pensare all'elfo che si
stesse divertendo, vendicandosi per le trappole seminate nella foresta dai suoi
compaesani. Gli artigli affilati lacerarono i vestiti di Spoongy, il quale si
aspettò di essere ferito da un momento all'altro. Vide la grossa zampa arrivare
verso il suo viso e chiuse gli occhi temendo il peggio. D'un tratto, però, si
sentì precipitare cadendo a terra: Grugno aveva tagliato le corde con la spada
e mentre gli altri cavalieri si occupavano dell'orso, liberò l'elfo dalla rete
e lo rimise in sella al suo cavallo. Con il cuore a mille, Spoongy fu grato al
troll di avergli salvato la vita, ma rammentò a sé stesso che lo faceva
soltanto per ottenere il suo aiuto nella ricerca del tesoro. Per questo motivo,
l'elfo non si arrese e ideò un altro piano per depistare la loro rotta.
---
Grugno teneva la mappa aperta fra le
mani, a due centimetri dal suo nasone, scrutandola con massima attenzione.
Spoongy si trattenne dal capovolgerla nel lato corretto: sarebbe stato un gesto
inutile, con il solo risultato di offendere il capo dei cavalieri. «Dunque, dicevi
che dovremmo attraversare quel fiume?» Gli chiese conferma quello, deponendo la
pergamena. «Proprio così, cavalier
Grugno. E l'unico modo per passare è quel ponte laggiù» Rispose Spoongy,
indicando un piccolo ponte dall'aria talmente fragile da poter sostenere a
malapena un elfo. Ovviamente quella non era l'unica via: tale malconcia
struttura era stata sostituita qualche anno prima dagli abitanti del villaggio
con un ponte nuovo pochi metri più avanti, più largo e soprattutto molto più
resistente. "Quando lo attraverseranno, saranno talmente pesanti che
basteranno un paio di passi per far crollare tutto e finire nelle acque del
fiume! La loro armatura li rallenterà nei movimenti in acqua e passeranno tutta
la notte per riemergere a riva, mentre io potrò dormire tranquillo nel mio
letto. Eh, eh!" Spoongy si pregustava la vittoria, quando i cavalieri
ripresero il cammino ubbidienti, uno dietro l'altro. Il primo della fila incitò
il proprio cavallo a salire sulle logore assi di legno, dato che l'animale aveva
nitrito rallentando di fronte a tale incoscienza. "Persino il cavallo è
più intelligente del cavaliere che porta in groppa", pensò divertito
l'elfo che attendeva l'esito di quella scena. Il troll scosse le redini e
riuscì a farsi rispettare dal proprio destriero, che mosse qualche passo
incerto facendo scricchiolare le assi sotto agli zoccoli. Il secondo cavaliere
non sembrava essere impressionato dalla situazione e seguì il suo
predecessore salendo anch'esso sul ponte. Entrambi camminavano a testa alta
sulla struttura, lentamente ma risoluti ad arrivare al fondo. L'elfo, ancora
sulla riva, era rimasto a bocca aperta. "Non è possibile! Che magia è mai
questa? Avrebbero dovuto essere entrambi in acqua da un pezzo! Qualcosa non
quadra." Senza riuscire a dare un senso a ciò che i suoi occhi vedevano,
Spoongy scese da cavallo e corse sul ponte per indagare sulla questione. Giunto
nel mezzo, si sporse dal corrimano di corda, per guardare verso il
basso. Ciò che gli apparse di fronte lo lasciò sbalordito: due piccoli
occhietti rossi lo fissarono curiosi, in un grosso muso rugoso. Una tartaruga
gigante stava facendo il bagno proprio sotto al ponte, sostenendo tutto il peso
con il suo guscio robusto. «Mi dispiace, cara tartaruga, ma non puoi stare qui!
Non proprio ora!» Sussurrò l'elfo, senza farsi sentire dal resto del gruppo. L'animale
però, non comprendeva il linguaggio elfico, per cui continuò a ruminare una
grossa alga che le penzolava da un lato della bocca. Nel frattempo, anche il
terzo cavaliere stava attraversando il ponte in tutta tranquillità, allarmando
Spoongy. «Forza, vattene da qui, sciò! Via!» Disse, gesticolando furibondo
verso la povera bestiola. Poi, notando il cibo nella sua bocca, ebbe un'idea:
si frugò nelle tasche e trovò un pezzo di pane, che gettò nel fiume. Sperò che
potesse bastare per il suo intento. A quel punto, la grande tartaruga allungò
il collo rugoso verso la fonte di cibo e con inesorabile lentezza spostò il
corpo in quella direzione. "Sì, così, più veloce, più veloce!" La
incitò mentalmente Spoongy. Anche il quinto cavaliere aveva ormai raggiunto
l'altra sponda e Grugno si accingeva a chiudere la fila. L'animale camminava
lento sul fondo del fiume, liberando a poco a poco il ponte dal suo sostegno.
Quando, infine, sotto ad ogni asse ci fu il vuoto a dividerla dalle acque,
l'elfo esultò dentro di sé, talmente contento di essere riuscito ad averla
vinta da non accorgersi che Grugno era quasi arrivato a destinazione. Il ponte
scricchiolò minaccioso, le corde cedettero sotto al suo peso, abbassandosi di scatto
e facendolo ondeggiare copiosamente. A Spoongy, che si trovava ancora nel mezzo
della struttura, venne il mal di mare: tentò una rocambolesca corsa verso terra
ma perse l'equilibrio. Il capo dei cavalieri posò le zampe del proprio cavallo
sulla riva opposta, esattamente un attimo prima che tutto cedesse
definitivamente, crollando in acqua e portando con sé l'elfo sfortunato.
Spoongy nuotò e nuotò, fino a raggiungere esausto il limite del fiume dove la
spada di Grugno lo ripescò sollevandolo fra un buco e l'altro del suo vestito
lacerato. Prima di ripartire, il troll ricacciò sul suo destriero un elfo inzuppato
e palesemente imbronciato.
---
"Questa volta non posso
fallire". Pensò l'elfo, con rinnovata determinazione. Più arrabbiato e
frustrato che mai, Spoongy si giocò la sua ultima carta. I cavalieri
camminarono, anzi, galopparono per le verdi valli di Renwinter per almeno
un'ora, prima di raggiungere il luogo indicato dall'elfo che faceva loro da
guida. Il sole stava lasciando il posto ad una timida luna che faceva capolino
fra delle nuvole bianche. Fra tutti i membri del gruppo, l'unico che appariva
notevolmente stanco era Spoongy, convinto che la lunga deviazione sarebbe stata
l'unica soluzione per raggiungere il suo scopo. Finalmente, vide comparire
all'orizzonte ciò di cui aveva bisogno per sistemare definitivamente tutti i
troll.
«Ebbene, siamo arrivati, ora? Sarebbe
questo il luogo indicato dalla mappa?» Domandò Grugno a nome di tutti i
cavalieri, di fronte ad un grande campo di papaveri in fiore che appariva come
un mare scarlatto fra l'erba verde. «Abbiate pazienza, messere. Una volta
passato questo campo, basterà proseguire lungo il sentiero che si trova dopo di
esso, infine girare a destra verso la grande quercia.» Spoongy era talmente
sicuro di sé da dare indicazioni esatte, per la prima volta in tutto il
viaggio. Grugno non dubitò delle sue parole nemmeno questa volta e grugnì
soddisfatto, facendo proseguire i suoi compagni. Ciò che gli ignoranti
cavalieri non sapevano, era il fatto che quei fiori fossero noti per il loro
effetto soporifero: non appena si sarebbero trovati in mezzo a quel campo,
sarebbero caduti in un sonno profondo. L'elfo, che conosceva bene le proprietà
di quei papaveri particolari, trattenne il respiro e saltellò allegro
dall'altra parte, fino a raggiungere il manto d'erba e, solo allora, rilasciò
il fiato. Si voltò verso i compagni di squadra, incitandoli a seguirlo con un
sorriso rassicurante. Gli stupidi troll non avevano alcuna idea del vero motivo
per il quale l'elfo sorrideva compiaciuto, e così il primo di essi avanzò
incauto fra i fiori. Ci vollero almeno tre lunghi passi prima che Spoongy vide
le palpebre del troll abbassarsi, la bocca spalancarsi e il viso contorcersi in
quello che l'elfo interpretò come un grande sbadiglio. "Se fosse stato un
elfo, sarebbe già crollato al primo passo", pensò Spoongy, e continuò a
guardare il grande cavaliere immaginando di vederlo addormentarsi da un attimo
all'altro: non voleva perdersi quel momento di vittoria per nulla al mondo. In
effetti, è ciò che sarebbe successo, se il nostro amico elfo non fosse così
sfortunato. Una piccola farfalla che volava di fiore in fiore, era capitata
accidentalmente nella narice del gran nasone del troll, il quale aveva naturalmente
risposto con un istintivo starnuto, gesto che l'elfo aveva mal interpretato
come uno sbadiglio. Prima che Spoongy potesse rendersi conto del suo grave
errore, il cavaliere nel campo proruppe nel più grande, rumoroso e potente starnuto
mai avvenuto a Renwinter: spostò una quantità d'aria simile ad un tornado,
spezzando tutti i petali soporiferi e indirizzandoli proprio in faccia al
povero elfo. Dopo un secondo di stordimento, Spoongy crollò al suolo come un
tronco d'albero, pesantemente addormentato.
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Nell'istante stesso in cui riaprì gli
occhi, sperò che la scena che gli apparse davanti fosse solamente un incubo.
Invece, l'elfo era di nuovo sveglio e, in sella al solito cavallo che
condivideva con Grugno, si ritrovò esattamente sul luogo descritto dalla X
della mappa, che lui stesso aveva indicato ai compagni peccando di presunzione.
La grande quercia svettava fra la valle
pianeggiante, bellissima e imponente come mai prima d'ora. Ecco, era
esattamente questa la destinazione della vecchia pergamena, ma non solo: il
grosso albero era anche la preziosa abitazione di Spoongy, abile intagliatore di
legno che aveva impiegato ben tre anni per costruire la sua dimora all'interno
di quel tronco possente. L'elfo si fece scivolare inerme giù dal cavallo, mentre
gli altri cavalieri raccoglievano le loro pale per mettersi al lavoro. «Bravo,
amico elfo. Hai mantenuto la tua parola e te ne siamo grati. Ora tieni e
aiutaci a scavare» Disse grugno porgendo una pesante pala a Spoongy, che
cedette al suo peso e cadde a terra con essa. "Ce l'hanno fatta. Hanno
vinto. Hanno raggiunto la mia adorata casa e ora mi distruggeranno il giardino
per cercare il loro stupido tesoro. Che importa a me dell'oro? Agli elfi non è
di alcun valore. Come se non bastasse, devo pure aiutarli a rovinare il mio
cortile con le mie stesse mani. Pfu!" L'elfo si risollevò e afferrò
saldamente l'utensile, sotto gli sguardi minacciosi dei cavalieri. Se si fosse
sottratto al suo dovere, era certo che una di quelle spade l'avrebbe trafitto
senza indugio, pertanto iniziò a scavare.
Quando tutto il giardino ebbe più buchi
di un pezzo di Groviera, senza però rivelare nessun tesoro nascosto, Grugno
chiamò a sé la propria squadra. «Cavalieri, temo che in questo prato non ci sia
ciò che cerchiamo», iniziò a dire, con un grugnito di disperazione.
"Caspita, che intuizione!" pensò ironicamente il disperato elfo,
prima che il suo capo terminasse il gran discorso. «Ebbene, vi ordino di
scavare in quell'orto! Dev'essere sicuramente lì» concluse, indicando l'orto
rigoglioso posto dietro alla casa di Spoongy, il quale sospirò triste. "Oh
no, ora pure il mio stupendo orto! Ci ho messo un anno a farlo crescere così
bene, curandolo ogni giorno, tanto che le mie zucche hanno vinto l'ultimo
concorso alla fiera di Renwinter! Se mi distruggono anche questo, non avrò più
verdura da mangiare" Pensò pesto l'elfo. Nel frattempo i troll avevano
dato sfogo alle loro pale, facendo volare la terra fresca, sradicando ortaggi e
distruggendo ogni cosa che trovavano senza alcuna cura. Presto anche quella
zona di terreno fu rovinata come se fosse passata un'intera famiglia di talpe.
Anche in questo caso, Grugno diede ulteriori indicazioni ai propri compagni. «A
quanto pare, non è nemmeno qui. Dovremmo dare la brutta notizia al nostro
principe: abbiamo scavato in ogni angolo di suolo, senza risultati. Forse c'è
un errore nella mappa, o il tesoro era già stato trovato da qualcuno prima di
noi. Andiamo, miei cavalieri, torniamo al castello di Nalyssa.» A quelle
parole, l'elfo scattò in piedi, improvvisamente incurante della stanchezza per
essere stato in preda ad un orso, inzuppato nel fiume e narcotizzato dai
papaveri: la speranza colmò ancora una volta il suo cuore, che palpitò
emozionato. Per sincerarsi che ciò che aveva udito fosse esatto, pensò di
chiedere conferma ed incitare i cavalieri ad andarsene. «Sì, sì, avete ragione
cavalier Grugno, sicuramente dev'esserci un errore! Correte subito ad informare
il nostro amato principe, son certo che sarà indulgente con voi, che avete
fatto di tutto per onorare la sua richiesta! Portate i miei saluti.» Così
dicendo, Spoongy proruppe in un inchino rispettoso, ma indietreggiando di un
passo per chinarsi meglio, il caso vuole che inciampò nella pompa dell'acqua
usata per innaffiare l'orto. Il rubinetto si aprì di scatto, inondando la terra
circostante e cavalier Grugno scivolò col sedere al suolo, proseguendo la sua
corsa imprevista finché non cozzò la testona sul grande albero. Per sua
fortuna, l'elmo lo protesse dalla gran botta e quando alzò la visiera, qualcosa
sul tronco attirò la sua attenzione. «Aspettate un attimo.» Disse, voltandosi
verso i loro subalterni. L'elfo trattenne il respiro, scioccato dalla piega che
avevano preso gli eventi, e, questa volta, temendo il peggio. «Portatemi la mappa!»
Urlò Grugno, il quale non dovette attendere che pochi istanti prima che una
mano guantata di ferro gli porse la pergamena. Il capo dei troll la srotolò, la
girò più volte e, infine, per quanto piccolo potesse essere il suo cervello,
notò la somiglianza: la macchia a forma di cuore accanto alla X, era
incredibilmente simile ad un cuore inciso nella corteccia dell'albero. «Tornate
tutti qui, scendete dai vostri cavalli, svelti! Il tesoro dev'essere in
quest'albero.» Sentenziò, soddisfatto della sua intuizione. «Eh no!»,
S'intromise Spoongy, che a questo punto non trattenne più la sua rabbia. «Vi
posso assicurare che in questo albero non c'è proprio nessun tesoro, perché si
dà il fatto che esso sia la mia dimora! Se vi fosse stato qualcosa nascosto
all'interno, di certo l'avrei già trovato.» Forse il suo tono autoritario
dettato dall'esasperazione, forse la sincerità con la quale si era espresso, o
forse una combinazione di esse, furono il motivo che indussero Grugno a credere
al piccolo elfo. «E sia, a parola del nostro amico elfo, non è nemmeno
all'interno della quercia.» Spoongy non ebbe nemmeno il tempo di emettere un
sospiro di sollievo che il cavaliere sbraitò un altro ordine ai suoi troll. «…pertanto,
deve per forza trovarsi sotto di essa. Prendete le accette, dobbiamo abbattere
questo grosso albero!» Al povero, sfortunato elfo, venne un capogiro. Stava
accadendo esattamente ciò che temeva dall'inizio, da quando aveva notato il
cuore sulla mappa, e di certo non poteva essere una coincidenza che lo stesso
simbolo fosse posto sulla sua casa vegetale. Questa volta restò seduto a terra,
esausto e inespressivo, a guardare sei bestioni corazzati abbattere la sua
tanto amata casa, costruita giorno per giorno, anno dopo anno, con le sue
sapienti mani. Aveva trasformato il tenero legno interno in tavoli, sedie,
poltrone rivestite di tenere foglie, un comodo letto, mensole, mobili, ripiani
e tutto ciò che un elfo potesse mai desiderare, con una qualità d'artigianato
che faceva invidia a qualsiasi altro compaesano. Tutto ciò, stava ora crollando
sotto ai suoi occhi. L'unica, misera consolazione, era aver fatto di tutto per
evitare che accadesse, ma il fato, ahimè, gli era avverso.
Grugno osservò il basso pezzo di tronco
rimasto attaccato al suolo, comprese le grandi radici che si estendevano sotto
alla terra. «Umh... dobbiamo eliminare anche queste, per poter scavare. Ma in
che modo?» Alla perplessità di Grugno, uno dei cavalieri si avvicinò lesto al
suo capo con due bastoncini di legno in mano. Li posò a terra e con il rapido
sfregamento di una pietra, accese di fuoco la punta di un bastone, che porse al
suo superiore. Per quanto riguardava i lavori manuali, i troll avevano del
talento, constatò rassegnato Spoongy che vide le fondamenta della sua casa
accendersi in una gran fiammata dorata. Le fiamme arsero veloci, affamate del
legno di qualità del quale si nutrivano, raggiungendo anche le radici nascoste
nel suolo, illuminando la notte che incombeva in Renwinter. "Forse è tutto
uno strano incubo. Probabilmente fra qualche minuto mi sveglierò nel mio caldo
letto, intatto come tutta la mia casa. Sì, dev'essere così." Tentò di
convincersi l'elfo, mentre i troll avevano ripreso in mano le pale. Almeno
questa volta avevano avuto la decenza di non obbligarlo a scavare, o forse
erano troppo presi dalla loro impresa, stavolta certi che andasse a buon fine,
da ricordarsi di lui. L'elfo, con lo sguardo basso sui propri piedi e il mento
sostenuto dalla mano, sobbalzò quando uno dei troll urlò e alzò gli occhi sulla
fonte di quel verso. Uno dei cavalieri era scattato in piedi danzando come un
tacchino, reggendo fra le mani un prezioso scrigno poco più grande di un
portagioie. "A quanto pare l'hanno trovato. Beh, data la dimensione
contenuta del baule, i preziosi al suo interno saranno ben pochi." Così si
consolò Spoongy, l'unico pensiero positivo che trovava in quella disperata
situazione. Mosso dalla curiosità, si avvicinò assieme agli altri troll per
scoprirne il contenuto. «Dammi qua, ci penso io ad aprirlo.» Disse Grugno,
togliendo dalle mani del fortunato cavaliere il piccolo tesoro e con la punta
della sua spada fece leva sulla fessura del coperchio, riuscendo così a
spalancarlo. Tutti i presenti fissarono attoniti il contenuto del piccolo
forziere: di certo non era ciò che si aspettavano. Al posto di gemme, oro e
rubini, Grugno tirò fuori un misero pezzo di carta, piegato come si usava fare
con le lettere tempo addietro. Lo spiegò e dopo un attimo di esitazione, lo
porse a Spoongy ordinando di leggere cosa vi fosse scritto. L'elfo, più per
curiosità che per l'ordine imposto, iniziò la lettura ad alta voce:
15
brumaio del 153°anno
Con
questa nostra lettera,
racchiudiamo
ciò che abbiamo di più prezioso,
affinché
venga nel tempo conservato come inestimabile tesoro.
Qui,
sotto le fronde di questa grande quercia,
è
nato il nostro amore.
Un
dolce bacio
ha
sancito la nostra promessa,
che
i sentimenti che proviamo l'uno per l'altra
siano
per sempre forti come questo tronco,
saldi
come queste radici,
infiniti
come queste innumerevoli foglie.
Che
questo albero speciale sia sempre
rispettato,
amato e mantenuto nel tempo a venire,
come
simbolo del nostro grande amore.
Umber
& Elyna.
Sotto alla firma dei due nomi, noti in
tutto il regno, c'era un cuore uguale a quello della mappa, che la giovane
coppia aveva inciso nell'albero molti anni prima.
Terminata la sorprendente lettura,
nessuno osava dire una parola. Erano tutti colpevoli di aver infranto una
vecchia richiesta, nata dall'amore fra un ragazzo e una ragazza che qualche
anno dopo sarebbero diventati l'attuale re e regina. Non avrebbero dovuto
abbattere l'albero, né tanto meno dargli fuoco, pensò Grugno, e non avrebbero
nemmeno dovuto trovare la mappa, che apparteneva solamente ai governanti. A questo
punto, anche il principe Kyrian aveva una parte di colpa, ficcando il naso
negli oggetti personali dei propri genitori. Ma chi avrebbe potuto prevederlo?
«È un bel casino.» Fu l'unica cosa che
riuscì a dire Grugno, circondato dal silenzio di colpevolezza dei propri
compagni. A sorprendere tutti, compreso lui stesso, fu Spoongy, che tossendo
timidamente richiamò l'attenzione del gruppo. Cosciente del fatto che era stato
reso complice del misfatto, fece lavorare il proprio cervello per salvare la
situazione, perché di certo i troll non sarebbero riusciti a venirne a capo da
soli. «Penso di avere un'idea per toglierci da questo impiccio. Ma avrò bisogno
del vostro aiuto e dovremmo lavorare tutta la notte».
Grugno questa volta non grugnì, ma in
silenzio ascoltò il piano dell'elfo e accettò senza battere ciglio, ordinando
alla propria squadra di seguire alla lettera le indicazioni di Spoongy.
---
Il mattino portò i primi raggi di luce
sulle colline di Renwinter, dove un piccolo gruppetto si affannava per gli ultimi
preparativi, senza aver mai riposato un attimo per tutta quella lunga,
lunghissima notte.
Grugno issò al cavallo di un troll il
frutto del loro duro lavoro e partirono tutti verso il regno di Nalyssa,
diretti al castello, accompagnati da un piccolo elfo malconcio. Dopo un lungo
viaggio, seppur breve in confronto a tutto ciò che avevano trascorso nella
giornata precedente, bussarono al grande portone di legno, dove vennero accolti
dal principe in persona. Spoongy si presentò e Grugno raccontò ogni cosa al suo
giovane sovrano, che ascoltò con attenzione, a volte arrabbiandosi, a volte
ridendo, a volte restando sorpreso, e infine divenne bianco come un lenzuolo
quando gli svelarono il contenuto della lettera e i loro possessori. L'elfo
subito lo rassicurò, riportando il proprio piano, e il principe gli strinse la
piccola mano, colpito dalla sua astuzia. E finalmente, l'intelligenza di
Spoongy fu premiata.
Qualche giorno dopo, esattamente il 15
brumaio del 205° anno, una grande festa si svolse nel castello, talmente
sfarzosa che la notizia raggiunse anche il piccolo villaggio di Renwinter, del
quale furono invitati tutti gli abitanti.
Gigli bianchi adornavano ogni angolo,
rose rosse coloravano i lunghi tavoli del banchetto e cibo di ogni tipo
abbondava nei piatti di ognuno. Il re e la regina sedevano capotavola,
tenendosi per mano, osservando tutto il loro popolo, ma soffermandosi su uno in
particolare. No, non si trattava di Grugno, e nemmeno del loro figlio, il
principe Kyrian, che si abbuffava felice addentando un cosciotto d'agnello. La
regale coppia stava sorridendo a Spoongy, l'autore del regalo più bello che
avessero ricevuto in quella sontuosa festa, in onore delle loro nozze d'oro.
Al centro del grande cortile del
castello, svettava una grande statua di legno del re e della regina uniti in un
dolce abbraccio, scolpita da un unico pezzo del tronco abbattuto, dove Spoongy
non aveva ancora intagliato il suo arredamento. A decorare la stupenda
rappresentazione, vi era il cuore che essi stessi avevano inciso tanto tempo
prima. L'elfo, avendo immortalato il simbolo del loro amore con così grande
maestria, aiutato dai sei troll, liberò loro da ogni colpa, e così anche il
giovane principe. A Spoongy, invece, per ringraziarlo e ripagarlo di tutto ciò
che aveva subìto quel giorno, venne fatto cucire un vestito di pura seta, molto
più comodo delle foglie; gli venne anche recapitata una scorta di verdure di
ogni tipo, finché il nuovo orto non avrebbe dato i propri frutti. Infine gli
venne donato un albero nuovo, ancora più grande del primo, dove tutti i
cavalieri e artigiani del castello lo avrebbero aiutato a costruire in pochi
giorni la più lussuosa, comoda e strabiliante dimora che avesse mai immaginato.
Le altre giornate riguardanti questo libro:
1° giornata: In compagnia di una penna - La copertina del libro
2° giornata: Leggendo insieme - La vita divertente di un autore
3° giornata: Gli occhi del lupo - Autore vs Personaggio
Complimenti molto carino questa breve storia
RispondiEliminaComplimenti, sei stata davvero bravissima. Creare una fiaba da un incipit non è semplice e ti è riuscita benissimo. Io me la immagino, illustrata, in un libro per bambini.
RispondiEliminaBello!! Magari da breve racconto ne nasce un libro. Preferisco gli angeli però!!!
RispondiEliminaComplimenti, racconto fantastico! ����
RispondiEliminaMa wow...altro che racconto, qua mi sa che ci scappa un bel libro ed io adoro gli Elfi, per me sono l'elemento per un fantasy d'eccellenza! <3
RispondiEliminaTanti complimenti a questa scrittrice e al blog per l'idea originale ;)
Grazie mille, all'autrice farà davvero piacere leggere questi commenti ^^
EliminaE anche a noi blogger che ospitiamo le varie tappe :)
peccato che è finito il blog tour questa è una delle tappa che mi è piaciuta di piu complimenti
RispondiEliminaGrazie mille per aver seguito tutto il blog tour ^^
EliminaCiao!
RispondiEliminaMa che splendido racconto :) Così sono sempre più curiosa di leggere il libro.
P.S. mi sono appena iscritta al tuo blog :)
Sono felice che il racconto ti sia piaciuto, l'autrice ha davvero una 'bella penna' per scrivere.
EliminaGrazie mille per esserti iscritta :)
Thanks for shariing this
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