8 set 2018

Il giorno prima della felicità - Erri De Luca » Recensione

Buongiorno a tutti voi, piccoli esseri fantastici!
Ed è alle porte dell'università che mi sembra di aver ritrovato l'entusiasmo giusto per riprendere a gonfie vele nel blog. 
So che questo "riprendere" l'avete sentito ormai milioni di volte, ma datemi il beneficio del dubbio, almeno un'altra volta.

Finalmente sono tornata con una recensione di un libro di un autore che piano piano sta entrando nella cerchia dei "preferiti".     
                          
➳ Titolo: Il giorno prima della felicità
➳ Autore: Erri De Luca
➳ Casa editrice: Feltrinelli
➳ Pagine: 133
➳ Anno di pubblicazione:  2016
➳ Prezzo: €6,80/10,96 cartaceo €4,99 ebook


➳ Trama

Don Gaetano è uomo tuttofare in un grande caseggiato della Napoli popolosa e selvaggia degli anni cinquanta: elettricista, muratore, portiere dei quotidiani inferni del vivere. Da lui impara il giovane chiamato "Smilzo", un orfano formicolante di passioni silenziose. Don Gaetano sa leggere nel pensiero della gente e lo Smilzo lo sa, sa che nel buio o nel fuoco dei suoi sentimenti ci sono idee ed emozioni che arrivano nette alla mente del suo maestro e compagno. Scimmia dalle zampe magre, ha imparato a sfidare i compagni, le altezze dei muri, le grondaie, le finestre - a una finestra in particolare ha continuato a guardare, quella in cui, donna-bambina, è apparso un giorno il fantasma femminile. Un fantasma che torna più tardi a sfidare la memoria dei sensi, a postulare un amore impossibile. Lo Smilzo cresce attraverso i racconti di don Gaetano, cresce nella memoria di una Napoli (offesa dalla guerra e dall'occupazione) che si ribella - con una straordinaria capacità di riscatto - alla sua stessa indolenza morale. Lo Smilzo impara che l'esistenza è rito, carne, sfida, sangue. È così che l'uomo maturo e l'uomo giovane si dividono in silenzio il desiderio sessuale di una vedova, è così che l'uomo passa al giovane la lama che lo dovrà difendere un giorno dall'onore offeso, è così che la prova del sangue apre la strada a una nuova migranza che durerà il tempo necessario a essere uomo.

➳ Recensione


Un modo di scrivere riflessivo e dalle sfumature nostalgiche caratterizza un po' quello che è lo stile dell'autore nel corso di questo libro.
Ogni singola vicenda narrata, dai racconti sulla guerra di Don Gaetano -che già di natura lasciano una scia malinconica-, alla vera e propria vita del protagonista hanno un retrogusto agrodolce.
Flashbacks riguardanti la guerra che spezzando la realtà narrativa arricchiscono anche le conoscenze storiche del lettore.
Tali racconti non fanno altro che caratterizzare il personaggio di Don Gaetano che colpisce per la sua saggezza e riflessività suscitando nel lettore ammirazione e interesse.
"Per forza vuoi trovare un santo. Non ce ne stanno e nemmeno diavoli. Ci sono le persone che fanno qualche mossa buona e quantità di cattive. Per farne una buona ogni momento è giusto, ma per farne una cattiva ci vogliono le occasioni, le comodità. La guerra è la migliore occasione per fare fetenzie. Dà il permesso. Per una buona mossa invece non ci vuole nessun permesso." (p. 21)

Son queste le piccole perle che migliorano la lettura e arricchiscono umanamente il lettore, e con una scrittura schietta ma non fredda e spigolosa. è possibile trovare una sorta di "conforto" nella lettura di questo libro.
E' una compagnia lieve ma presente che necessita di meritata attenzione, ma che al contempo lascia una sorta di completezza a chi si lascia trasportare da questo libro.

"Davvero poteva un uomo abituarsi a quello? Stare in mezzo alle stelle e neanche scrollarsele di dosso? Grazie, grazie, grazie dicevano gli occhi per essere lì." (p.50)

Un'attenzione verso tutti le sfumature di un momento, di una condizione, ecco una caratteristica principale. Un'attenzione costante che aiuta il protagonista a superare degli ostacoli, alcuni dal punto di vista amoroso, e a crescere, infatti vedremo anche dei cambiamenti di pensiero in lui, anche nella sfera sentimentale.

Una visione del mondo napoletano del tempo, sia relativo alle vicende principali del libro, sia riguardanti le memorie della seconda guerra mondiale, ci dà modo di vedere il tutto da un  preciso punto di vista, Napoli.
 La presenza di personaggi che parlano in napoletano, i dettagli riguardanti l'infanzia dei quartieri descritti, le abitudini e i modi di fare delle donne delimitano il corso della storia, evitando di rendere il romanzo vago e dispersivo.

"Guagliò, il tempo non è un sacco, magari è un bosco. Se hai conosciuto la foglia, poi riconosci l'albero. Se l'hai vista negli occhi, la ritroverai. Pure se è passato un bosco di tempo."
(Sappiate che questa citazione è la mia preferita, dopo mesi la rileggo spesso e ancora ho i brividi)


Voto: 5 frecce su 5
Colpita e affondata.




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