29 lug 2018

Quattro blog per un autore: Claus - Andrea R. Ciaravella

Buona domenica a tutti! :)
Scusate il ritardo ma non mi sono affatto dimenticata, infatti vi lascio qui la quarta tappa dell'ultimo "Quattro blog per un autore" fino a Settembre.
La rubrica, infatti, riprenderà a settembre.

Oggi concludiamo in bellezza con Andrea R. Ciaravella che ci delizia con un racconto del suo spin-off, prequel del libro:

➳ Titolo: Claus
➳ Autore:  Andrea R. Ciaravella
➳ Prezzo €13,50 cartaceo 

➳ Trama
Il viaggio di un uomo svela le sorti di un mondo che ha incontrato il proprio destino. Anno 28 F.C. il dominio dei Signori delle Città è all'apice, alla guida dell'umanità hanno scongiurato il rischio dell'estinzione e fondato il Regno protetto dall'ordine dei Runner. Claus e Free vivono nascosti ai margini della società quando un misterioso incarico li riporta in America. Forze oscure stanno muovendo le proprie pedine su una scacchiera ancora macchiata del sangue versato.


“E ADESSO SCRITTORE… CONTINUA TU!”


Per la giornata di oggi vi presento Disgrace of Blood, un racconto legato all’universo di Claus. La storia è un prequel delle vicende narrate nel libro.


Episodio 1 - La valigetta

Gregory si sporse oltre lo spigolo dove si era appostato per osservare il viale. L’oscurità aveva aiutato fino a quel punto i suoi spostamenti, prima di essere divelta dai fari di un mezzo pesante. La velocità con la quale si era nascosto non lo faceva sentire al sicuro, il terrore di essere stato visto dal gruppo di persone armato che stava scendendo dal veicolo condusse il petto in un battito furioso.
Osservò gli uomini poco distanti dirigersi verso un palazzo dall’altro lato della strada, la loro disposizione e le armi pronte a combattere erano il preludio di uno scontro che stava per iniziare.
Al primo piano dell’edificio le luci di un appartamento si erano spente mentre l’auto accostava, nell’ombra era riuscito a scorgere dei movimenti. Rimase immobile fino a quando la notte non fu squarciata da alcuni colpi d’arma da fuoco e rapidamente scivolò oltre il nascondiglio.
Piegandosi il più possibile lungo il tragitto, rallentò solo in prossimità di coperture che gli permisero di sbirciare ancora. Improvvisamente le armi smisero di sparare e fece una sosta, doveva assicurarsi che la strada fosse ancora sgombra. Prese fiato e si asciugò la fronte grondante.
Le urla dei contendenti invasero l’aria: qualcuno aveva appena ordinato la resa, nessuno sparò confermando che il conflitto era terminato.
Affrettò il passo e sbirciò un piccolo biglietto che stringeva nella mano contenente le indicazioni per trovare il posto in cui doveva dirigersi, stropicciato e pieno di sudore stava diventando quasi illeggibile. Svoltò giungendo in un vicolo stretto, intanto alle spalle sentì sparare ancora: una lunga sequenza di colpi e poi il silenzio.
Un’esecuzione.
Il tempo a disposizione per muoversi era diminuito drasticamente; si avvicinò a un piccolo portone di metallo dall’aspetto minaccioso: alcuni fori di proiettile lo avevano squarciato in diversi punti e la maniglia era stata stretta da una mano insanguinata, lasciandola storta.
Con un gesto delicato la mosse e il cigolio dei cardini scatenò qualcosa di simile a una tempesta, attraversò lo stretto passaggio che si era procurato per poi spingere delicatamente la porta indietro.
La stanza dove si trovava era totalmente vacante, le pareti che lo circondavano erano state tinteggiate da poche ore, lasciando un fortissimo odore nell’aria. L’evidente contrasto con l’esterno dimostrava che qualcuno aveva cancellato le tracce di una carneficina con molta cura.
Osservò il corridoio che doveva percorrere e speditamente raggiunse una scala dall’altro lato dell’appartamento, si mise contro il muro per controllare le quattro rampe superiori. Sembrava fossero libere.
Per alcuni istanti rimase totalmente immobile in cerca di qualche rumore che lo potesse avvertire di eventuali pericoli che avrebbe potuto incontrare. La quiete gli suggerì di essere al sicuro, ma ciò nonostante non riuscì a sentirsi sereno; decise di salire rimanendo in allerta.
Ogni passo era lento, frequentemente si fermava di colpo per assicurarsi che la situazione nei piani superiori non fosse cambiata. Estrasse una Colt .45 dalla fondina vicino al petto e la osservò titubante, non aveva mai provato l’arma. Non aveva mai sparato con un’arma in vita sua.
Continuò a salire fino al secondo piano e al termine della rampa s’inginocchiò dietro lo spigolo della parete vicina, con rapide occhiate scandagliò la stanza che doveva attraversare una volta abbandonato il riparo. Certo di avere via libera, lasciò fuggire un sospiro di sollievo.
Si allontanò dalle scale tenendo la pistola puntata davanti a sé, la stanza indicata dalle istruzioni era a pochi metri da lui e con calma la raggiunse. La porta spalancata stimolò tutta l’agitazione che aveva cercato di trattenere, riuscì a sentire il sangue pulsare dentro ogni vena, superò l’uscio deciso a non cedere alla tentazione di tornare indietro.
Tutti i mobili presenti erano stati coperti con dei teli spessi, tranne un piccolo tavolo posto di fronte a una finestra.
Strinse le dita contro l’impugnatura della Colt e avanzò per raggiungere l’affaccio, una valigetta poggiata per terra attirò la sua attenzione. La scocca era composta da metallo spesso e una chiusura nera con dei numeri in rilievo, indicava la necessità di combinazione per aprirla.
«Signor Gregory» disse una voce alle sue spalle.
Si voltò di scatto puntando l’arma verso l’entrata, ma non vide nessuno.
«Questa non è necessaria» aggiunse la voce di prima poco distante dal suo viso.
Una mano pallida gli aveva afferrato il polso con forza, nonostante l’aspetto esile la presa salda avrebbe potuto spezzargli facilmente il braccio. Il resto del corpo era rimasto nascosto nell’oscurità.
«Mi ha fatto prendere un colpo» commentò Gregory rilassando i muscoli.
«Non si preoccupi» rispose l’altro. La sua voce era fredda e non lasciava percepire nessuna emozione, rendendo più cupa la sua presenza.
«È stato difficile arrivare fin qui» spiegò Gregory preoccupato. Con un cenno del capo cercò di fargli intendere che aspettava di essere liberato.
«Lo immagino.» L’uomo mostrò appena il viso, sottile e pallido sorrideva forzatamente. «Lasci a me la pistola.»
«Certamente» rispose permettendogli di sfilarla via.
Abbandonò la presa e si mise seduto sopra il piccolo tavolo.
Gregory finalmente riuscì a vederlo per intero: un corpo dall’aspetto gracile era totalmente coperto da un lungo spolverino nero. Gli unici scorci visibili erano le mani e il viso, il cui pallore gli dava una foggia quasi distorta.
L’uomo fece penzolare il braccio rapidamente verso il pavimento, afferrando la valigetta e portandola sopra le proprie gambe.
«È questo il carico?» chiese Gregory quasi balbettando.
«I vostri amici vogliono il contenuto» rispose l’altro sorridendo artificiosamente.
Inserì il codice lasciando scattare il coperchio verso l’alto e fece per mostrare il contenuto al suo interlocutore, pronto a studiare la sua espressione.
«Non voglio sapere cosa contiene!» esclamò fermandolo. «Servirà al Cambiamento, mi basta sapere questo» commentò Gregory carico di trepidazione nel tono.
«Ne sono certo mio caro.» Cercò di sembrare rassicurante, ma non fu in grado di simulare nessuna emozione.
Gregory sorrise avvertendo una sensazione sgradevole lungo la schiena, qualcosa in quel tono lo mise a disagio, facendogli desiderare di allontanarsi il prima possibile.
«Questo è il vostro pagamento» disse Gregory cordiale mentre porgeva una busta ricolma.
«Molto bene» sussurrò afferrandola in fretta. La fece scivolare dentro la giacca.
«Non controlla il denaro?» chiese sorpreso.
«Non si preoccupi» disse distrattamente. Si alzò e si diresse verso la porta. «Se dovesse esserci un errore, farò in modo che lei possa ravvedersi.»
Un brivido violento scosse tutto il corpo di Gregory rendendogli difficile reggersi in piedi.
Lo sguardo dell’altro studiò con interesse la reazione che aveva causato, lo osservò mentre poggiava le braccia all’indietro sulla scrivania per sorreggersi.
Gregory urtò la pistola che gli era stata requisita, abbandonata sulla superfice ruvida.
«Di questi tempi è difficile portare avanti affari pericolosi» commentò l’uomo soffermandosi a pochi passi dall’uscita. «Come pensate di farla arrivare in America?»
«Stiamo cercando il Cavalca Confini» rispose Gregory quasi orgoglioso.
L’altro si voltò di scatto e qualcosa di sinistro apparve nel suo sguardo, commentò con un sussurro: «Molto bene» abbandonando lo spettro inemotivo che aveva sostenuto per tutto il tempo, per pochi istanti sembrò gioire.
Prima che Gregory potesse rispondere il suo interlocutore era scomparso oltre l’oscurità senza emettere alcun suono. Rimase qualche secondo pietrificato e poi prese l’arma e la valigetta, uscendo dalla stanza anche lui.
Percorse nuovamente la strada che aveva fatto, un turbine di pensieri lo stava attanagliando rendendogli difficile mantenere la concentrazione, in lontananza non scorse nessuno e rassicurato dal fatto che il gruppo armato fosse andato via accelerò il passo.
Quasi istintivamente si mise a correre e svoltò verso una strada isolata, durante il tragitto teneva la valigetta stretta sotto al cappotto, il cui spessore risultava occultato malamente.
Raggiunse un largo pozzo di metallo nell’asfalto e si mise in ginocchio, prese dalla tasca dei pantaloni una piccola chiave e con un rapido movimento del capo controllò i lati della strada prima di far ruotare la serratura. Lo sportello era più pesante di quanto lui potesse sperare, con difficoltà lo sollevò. Concesse alla propria ansia un’ultima ispezione della strada prima di scendere dalla scala.
Dopo pochi gradini, puntellandosi con i piedi per non perdere l’equilibrio, si sporse verso la maniglia interna del coperchio e lo richiuse. Lo sforzo gli causò dolori lungo le braccia e per un attimo gli sembrò che i fianchi stessero per strapparsi. Il dover tenere stretta a sé la valigetta per non farla cadere risultò maggiormente stancante e in più di un’occasione rischiò di scivolare.
Discese verso il basso raggiungendo le fogne, felice di aver poggiato finalmente i piedi a terra, prese la valigetta dalla maniglia e con la mano libera colpì un piccolo tubo vicino: picchettò tre volte e rimase in attesa.
Dalla profondità della galleria un'altra tubatura vibrò in risposta, con la stessa sequenza.
«Eliza ci siamo riusciti» commentò lui soddisfatto intanto che avanzava nella galleria.
«Gregory» disse la voce di una donna poco distante. Preoccupata lo raggiunse quasi correndo. «Cosa è successo? Ho sentito degli spari.»
«Non ti preoccupare, non mi ha visto nessuno» rispose l’uomo rassicurante.
«A chi stavano sparando?» chiese poco convinta.
La sottile bocca tremava dal freddo, animando sottili nuvole di condensa, i larghi occhi azzurri studiarono l’aspetto di Gregory in cerca di lesioni.
«A quanto pare è vero: i Signori delle Città stanno cercando dei Runner fuggitivi. Dentro il villaggio c’è stata una sparatoria.»
La donna non sembrò convinta dalla sua spiegazione «Come fai a dire che erano proprio dei Runner?»
«Ne sono sicuro, è da diversi giorni che continuano questi scontri. Meglio così, sono tutti concentrati su questa storia, dandoci modo di agire indisturbati.»
«Samuel ci aspetta, il rifugio è appena fuori dal villaggio» disse Eliza sospirando.
«Ti ricordo che non devo sapere dove andrete.»
Iniziarono a percorrere il tunnel, muovendosi vicini.
«Gregory» borbottò lei cercando di scegliere le parole giuste. «Tutto questo è pericoloso.»
«Non devi preoccuparti.»
«Perché stai rischiando così tanto? Sei un Cittadino di primo grado, potresti perdere tutto quanto.»
«Lo faccio perché posso farlo, ho i soldi necessari a sostenere tutto questo. Per favore, fidati di me.»
«Potremmo condurre una vita senza problemi, senza timori. Non riesco a capirti.»
«In America sta iniziando qualcosa di importante. Il Cambiamento è tutto quello che abbiamo sempre desiderato, fin dal primo giorno in cui è iniziato il Regno.»
«Eri troppo piccolo per ricordarlo, come puoi essere certo che sia giusto?»
Erano giunti di fronte una enorme cisterna, poco distante una scaletta portava nuovamente in superficie.
«Eliza, pensaci bene. Tutto quello che è successo è ingiusto, come può da così tanta morte nascere un mondo perfetto?»
Mentre parlava aveva messo il piede sul primo gradino «Andrà tutto bene» disse prima di proseguire.
«Mi fido di te» sussurrò Eliza aspettando che si liberasse lo spazio per seguirlo.
Gregory salì lentamente, la valigetta sotto il braccio lo costringeva a movimenti goffi e instabili, dal primo fino all’ultimo gradino rischiò di scivolare continuamente. Giunto in prossimità dell’uscita mise la piccola chiave nella serratura con difficoltà.
Spinse il coperchio verso l’alto ma il peso del metallo sembrò nullo, si spalancò di colpo e Gregory sussultò.
La luce di una torcia elettrica lo aveva travolto senza preavviso destabilizzando la sua posizione, prontamente lasciò cadere la valigetta verso Eliza, che aveva percorso soltanto qualche gradino.
All’esterno una voce furiosa aveva appena dato un ordine: «Prendetelo.»
Gregory fu afferrato e tirato fuori, in pochi istanti si trovò all’esterno, circondato da cinque persone armate. Cercò di divincolarsi dalla presa e con un calcio spinse il coperchio della botola chiudendola violentemente.
L’uomo che lo aveva agguantato strinse maggiormente la presa per immobilizzarlo, sotto lo sguardo di rimprovero degli altri: l’azione di Gregory aveva quasi travolto uno di loro intento a esaminare la botola.
«Cosa state facendo? Lasciatemi» urlò con rabbia cercando di liberarsi.
Uno degli aggressori si avvicinò rapidamente, con il calcio dell’arma lo colpì allo stomaco per poi sventolargli sotto il naso la canna, pronta a far fuoco.
«Lasciatemi andare» implorò Gregory respirando a fatica.
«Silenzio» urlò un altro afferrandolo per la il maglione. Lo spinse per terra con forza, liberandolo dalla presa del compagno. «Cosa ci facevi lì sotto?» Tuonò mentre gli assestava un calcio nello stomaco.
«Stavo scappando, c’è stata una sparatoria» raccontò sputando sangue.
Vide che il resto del gruppo era chino sopra lo sportello, in pochi istanti lo avrebbero aperto trovando Eliza. La sua mano scivolò dietro la schiena e, mentre veniva colpito ancora, fece uno scatto rapido con il braccio verso il soldato inginocchiato vicino al bordo della botola. Gli uomini sussultarono alla vista di un cilindro metallico lanciato nella loro direzione, prima che potessero reagire un potente boato anticipò una gigantesca esplosione luminosa. I timpani di tutti i presenti furono travolti dall’onda d’urto, vibrando violentemente e alcuni di loro strinsero il capo fra le mani doloranti.
Gregory ancora accecato si mise in piedi e barcollando cercò di allontanarsi, nella sua testa risuonava ancora un terribile ronzio, non riuscì a percorrere nemmeno un metro prima di finire con la faccia contro l’asfalto, la caduta gli spaccò il labbro e riempì la bocca di sangue.
Cercò di rotolare disperatamente, come se potesse fuggire in quel modo.
Lontananza qualcuno stava urlando: «Era una Flash bang, figlio di puttana.»
Poggiò la mano per terra nel tentativo di rialzarsi, con l’obiettivo di farsi inseguire per allontanarli da Eliza. Era pronto a lanciarsi alla cieca fra i vicoli, ma una mano pesante avvolta da un tirapugni gli fracassò la faccia.
Finì per terra senza riuscire a reagire e l’oscurità beffarda lo circondò.

Episodio 2 - Vecchie ferite

Eliza non riuscì a comprendere in tempo cosa stesse accadendo, il susseguirsi degli eventi la fecero sobbalzare, perse l’equilibrio e prima che potesse recuperare la presa sul gradino, la valigetta precipitò colpendola alla spalla. Durante la caduta riuscì a vedere Gregory mentre veniva trascinato fuori, le urla dall’esterno coprirono in parte il rumore del suo schianto al suolo.
Sentì lo stomaco comprimersi, mentre il resto del corpo colpiva bruscamente il pavimento; la testa aveva urtato il duro cemento, lasciandola per alcuni istanti confusa e a stento riuscì a rotolare via. Nell’addome il dolore era lancinante, capì di essere atterrata sopra la valigetta.
Osservò la botola: con un colpo secco si era rischiusa, attenuando tutti i rumori.
Senza riuscire a comprendere la gravità della situazione tornò in piedi, barcollando pericolosamente vicino la cisterna di metallo. Dalle abrasioni causate dall’oggetto lasciato cadere da Gregory cominciarono a gocciolare sottili lacrime di sangue, con il palmo della mano cercò inutilmente sollievo spingendolo contro la dolorosa ferita.
Raccolse la valigetta e con la testa dolorante cercò una via di fuga, corse per quanto le fosse possibile, sforzandosi di ricordare la strada da percorrere per raggiungere l’uscita secondaria concordata con Samuel poche ore prima.


...CONTINUA


Lo spin-off si può acquistare gratuitamente, per continuare a leggere:

Acquisto spin-off

Kobo


➳ Angolo dell'autrice

Andrea R Ciaravella, o ancora meglio soltanto R. ripetente della classe 89. Vive nel segreto nazionale e difende la patria da oscure presenze. La parola Artista lo lascia sbigottito, solitamente si volta e cerca di defilarsi, ma essendo enorme e goffo finisce per attirare l’attenzione di tutti. Per diversi anni ha collezionato cassetti dove nascondere le proprie opere, poi ha perso le chiavi di ognuno. Nerd al punto giusto e sommelier del fantasy ha cominciato a percorrere la via della redenzione a fianco di Claus, “la sua prima opera” che non trova spazio nel cassetto per motivi che non vuole chiarire. Recentemente è diventato coinquilino di Sean Connery, ma questa è un’altra storia.




Le altre giornate riguardanti questo libro:

1° giornata: In compagnia di una penna - La copertina del libro
2° giornata: Leggendo insieme - La vita divertente di un autore
3° giornata: Gli occhi del lupo - Autore vs Personaggio 

22 lug 2018

Quattro blog per un autore: (Blogtour) Die Party - Sivlia Castellano

Buona domenica a tutti! :)
Oggi il classico appuntamento con "Quattro blog per un autore" si arricchisce grazie al blogtour organizzato dall'autrice ospite questa settimana: Silvia Castellano.



COME PARTECIPARE:


PREMIO:

Buono Amazon del valore di €5


➳ Titolo: Die Party 1
➳ Autrice:  Silvia Castellano
➳ Prezzo €0,99 ebook 

➳ Trama
“Sei pronto per la festa più pericolosa dell’anno?”
Tutti conoscono il “Die Party”, la festa più apprezzata dell’anno. Molti si stanno organizzando per andarci, ma a Lyla non interessa trascorrere la vigilia di Natale in un posto in cui ci sarà tutta la scuola. Con un nome così non le sembra nulla di originale e ha già i suoi problemi con Alex, alias Mister Arroganza, colui che sarebbe in grado di spezzarle il cuore in pochi attimi. Ma Jan, il suo migliore amico, sa essere molto persuasivo e Lyla si ritrova suo malgrado a varcare la soglia del locale.
Quella che si preannunciava come una normale festa tra ragazzi, diventerà a poco a poco il party più pericoloso dell’anno.
Un segreto si annida tra quelle pareti, ma le carte non sono ancora state svelate...

E tu, aprirai quella porta?

➳ Estratto
Mi guardai intorno per assicurarmi che nessuno si fosse accorto di nulla, poi trascinai Julian verso la parete. Gli piegai le ginocchia, posizionai le braccia in modo che avessero un punto d’appoggio sulle ginocchia e poi tirai indietro la testa per evitare che si soffocasse con il sangue che aveva cominciato a colare dalle narici. «Scusami tanto» mormorai, poi mi allontanai per capire l’effetto che faceva.
Sì, sembrava che si fosse addormentato da seduto.
Speravo che funzionasse come diversivo abbastanza da darmi il tempo di scoprire cosa ci fosse oltre la porta nera.
Dopodiché l’aprii e, senza indugiare, entrai.



La serie è composta da tre racconti.

Le copertine, a cura di Angelice Graphics, sono fatte in modo che i due visi delle due differenti ragazze combacino: il bene e il male... amiche e nemiche... due personaggi che scelgono strade differenti da percorrere. La resa dei conti è ormai vicina.


➳ Titolo: Die Party 2

➳ Autrice:  Silvia Castellano
➳ Prezzo €1,49 ebook 

➳ Trama
“Sembrava tutto cambiato da Natale, ma la verità è che a essere diversa ero solo io.”
Dopo il pericolo corso al “Die Party”, Lyla viene tormentata da un incubo che ha tutta l’aria di essere la premonizione di un’altra minaccia: Patricia, la ragazza che il suo migliore amico tanto venerava, la vuole morta. Scossa dalla brutta fine di quel sogno, Lyla cerca di dimenticare e di tornare alla sua vita di sempre, tra lezioni e allenamenti. Finalmente non deve più nascondere la sua natura a Jan e può vivere la storia d’amore con il ragazzo che le ha rubato il cuore. Ma non ha fatto i conti con Carina, la migliore amica di Alex, che finisce per allontanarlo da lei.
Quando tutto tra loro sembra ormai finito, la minaccia si concretizza e Lyla non può più fare finta di niente. Troppe cose strane stanno accadendo attorno a lei e i nemici sono sempre in agguato per tenderle una trappola.
Pronti per una nuova festa?
I giochi non sono ancora finiti e non tutte le verità sono venute a galla...

Non puoi sapere cosa una persona nasconda sotto la maschera.”

➳ Estratto
«Siamo arrivati!» esclamai appena l’auto di Alex si fermò davanti a un edificio alto, grigio e anonimo, a cui nessuno, passando, avrebbe dato attenzione.
«Dove?» chiese Jan dal sedile posteriore.
«Al nostro quartier generale.»
«Qui? Mi ero immaginato qualcosa di più...»
«Più cosa?»
«Non so, di più particolare. Sembra il condominio dove abita mia prozia Hildegard.»
Alex e io ci scambiammo un’occhiata complice e ridacchiammo.
«Andiamo, tigre» scherzò Alex rivolto al mio amico.
Era da Natale che avevo deciso di organizzare una visita per Jan alla nostra base. Ora che sapeva la verità su di me, volevo anche che vedesse dove ci riunivamo. Ero riuscita a parlarne con Emilia prima che ripartisse per uno dei suoi viaggi di lavoro e lei aveva preso bene la mia proposta. Ero certa, però, che non tutti nel gruppo sarebbero stati così favorevoli: rivelare a un umano la nostra natura poteva essere pericoloso.

“E ADESSO SCRITTORE… CONTINUA TU!”


A) DARE SFOGO ALLA SUA SCRITTURA CREATIVA SCEGLIENDO UNO DEI TRE QUESITI PROPOSTI 

B) DARE ORIGINE A UN RACCONTO BREVE SCEGLIENDO TRA TRE INCIPIT


A) 

2) Avrai sicuramente delle caratteristiche particolari che fanno di te una persona diversa dalle altre. Dai vita a un personaggio di sesso opposto al tuo con queste tue peculiarità. Descrivilo sia fisicamente che caratterialmente e raccontaci in quale ambientazione lo inseriresti se dovessi creare una storia per lui/lei.


Se fossi un ragazzo, non ho dubbi che sarei un nerd appassionato di fumetti e serie televisive. Sarei una persona solitaria, schiva e timida, e avrei pochi amici fidati con cui condividere le mie passioni, di quelli che conosci da bambino e poi non ti abbandonano mai. Sarei poco (o per nulla) atletico ma un gran pensatore. Leggerei molto, non solo fumetti, ma anche romanzi fantascientifici e fantasy. Dal punto di vista fisico sarei normale in tutto: di corporatura normale, di bellezza normale, di altezza normale. Un tipo che non attira l’attenzione, insomma. Porterei sempre gli occhiali e indosserei magliette e felpe a tema fumetti o film. Molto probabilmente collezionerei ogni genere di oggetto legato alle mie passioni. Ehm, so cosa state pensando, ho praticamente descritto uno dei personaggi di Big Bang Theory, però penso proprio che sarei così ;) Inserirei la mia versione maschile in un’ambientazione fantascientifico-distopica (come quella del film Ready Player One, per intenderci) oppure in una fantasy, ma, in entrambi i casi, partirebbe come un personaggio in apparenza debole ma in realtà coraggioso e con molte abilità nascoste.



➳ Angolo dell'autrice

Silvia Castellano è nata nel 1991 a Bolzano, dove vive tuttora con i genitori e il fratello minore. Si è laureata in Anglistica e Italianistica all’Università di Innsbruck, in Austria, e ora sta frequentando la laurea magistrale in Letteratura Comparata nello stesso istituto. È da sempre una lettrice accanita e il primo libro di cui si è innamorata è “Matilde” di Roald Dahl. Ha iniziato a scrivere racconti di genere fantastico a dieci anni, ma, prima del 2012, i suoi scritti sono stati pubblicati solo su alcuni forum. Il suo romanzo d’esordio è “Amethyst”, primo volume di una trilogia paranormal romance, uscito nel 2014. Nello stesso anno ha pubblicato la raccolta di racconti “See Who I Am”. Ha anche partecipato come autrice alle antologie “Solo una goccia”, “Lettere d’amore” e “1000 parole”, tutte edite dalla casa editrice Montecovello, e all’antologia benefica “Only Hope”, di cui è stata anche promotrice. Il testo con cui ha partecipato al concorso legato a “Lettere d’amore” si è classificato al secondo posto.
Oltre a dedicarsi allo studio e alla scrittura, fa parte dello staff del blog “A Rainbow of Passions”. Nel tempo libero le piace cantare, ascoltare musica country e guardare serie televisive. In passato ha studiato anche danza e recitazione.




Le altre giornate riguardanti questo libro:

1° giornata: In compagnia di una penna - La copertina del libro
2° giornata: Leggendo insieme - La vita divertente di un autore
3° giornata: Gli occhi del lupo - Autore vs Personaggio 

15 lug 2018

Quattro blog per un autore: "Black wings - il richiamo delle tenebre" - Sabrina Cospetti

Buona domenica a tutti! :)
Come ogni domenica non si manca all'appuntamento con la rubrica "Quattro blog per un autore" con Sabrina Cospetti e il suo libro "Black wings - Il richiamo delle tenebre"!


➳ Titolo: Black wings. Il richiamo delle tenebre
➳ Autrice:  Sabrina Cospetti
➳ Prezzo €6,00 ebook €10,20 cartaceo

➳ Trama
In una Edimburgo quanto mai affascinante e tenebrosa, Dafne, una giovane liceale, si trova coinvolta in un'avventura disperata che la porterà a scoprire le sue vere origini e a conoscere se stessa. Grazie all'aiuto dei suoi amici di sempre, che sveleranno pian piano la loro vera identità, e ad un nuovo e misterioso arrivato, lei riuscirà ad intraprendere il più pericoloso e impensabile dei viaggi: quello tra il Cielo e gli Inferi.

“E ADESSO SCRITTORE… CONTINUA TU!”


A) DARE SFOGO ALLA SUA SCRITTURA CREATIVA SCEGLIENDO UNO DEI TRE QUESITI PROPOSTI 

B) DARE ORIGINE A UN RACCONTO BREVE SCEGLIENDO TRA TRE INCIPIT


A) 

1) Facciamo un tuffo nel passato. Se potessi parlare con te stesso quando avevi dieci anni, cosa ti diresti? Cosa vorresti rivelare a quel bambino del suo futuro? Scrivi una lettera indirizzata a te quando frequentavi le elementari.


Cara Sabrina,
Sai tutte quelle volte che ti hanno presa in giro e tu ti sei offesa o arrabbiata, portandoti il dolore a casa per poi piangere da sola in camera o davanti a tua mamma?
Non lasciarti abbattere! Sii meno permalosa, inizia a tirare fuori la grinta e lascia che i commenti negativi ti entrino in un orecchio e ti escano dall'altro.
La vita è fatta di tanti ostacoli, alcuni più difficili da varcare altri molto più semplici, ma ti posso assicurare che avendo al tuo fianco la tua famiglia e i veri amici, tutto sembrerà meno faticoso.
E quando ti chiedono "Cosa farai da grande?" e tu spesso dentro di te non ne hai la più pallida idea, allora tiri fuori quel tuo grande sogno che è essere ballerina e te ne vergogni perché non credi di averne il fisico, non badarci, scrivilo e dillo con gioia e ricordati che ci sono così tante belle cose da fare e che soprattutto tu sei in grado di fare.
Non nasconderti dietro ai tuoi occhiali rossi, se qualcuno ti dice "non ce la puoi fare" tu guardalo, sorridigli e rispondigli "nulla è impossibile".
Continua a disegnare e a scrivere, coltiva le tue passioni e non smettere mai di farlo, un giorno potranno servirti.
Vorrei dirti un'ultima cosa: ci saranno tantissime cose che farai sicuramente nella tua vita, ne inizierai e ne lascerai, un po' per tua volontà e un po' perché semplicemente in quel momento non si può. Non preoccuparti, quelle cose che avrai lasciate incompiute non saranno i problemi più grossi della tua vita, perché tutto quello che stai facendo e che farai, ti porteranno ad uno splendido e rigoglioso futuro.
Esci dal tuo guscio, sii meno timida e lasciati trasportare da questa cosa bellissima che si chiama VITA.
So che arrivata fino a qui ti starai chiedendo chi io sia, ma la cosa che vorrei tu facessi è semplicemente di prendere questa lettera, metterla insieme a tutti quei fogli che custodisci gelosamente in tutti i tuoi raccoglitori e la tenessi lì, per rileggerla nei momenti in cui ti senti triste e hai bisogno di quella spinta per andare avanti. 
Ricorda che anche tu sei importante, come qualsiasi altra bambina o bambino.
Con tanto affetto,

Una cara e vecchia amica.



Le altre giornate riguardanti questo libro:

1° giornata: In compagnia di una penna - La copertina del libro
2° giornata: Leggendo insieme - La vita divertente di un autore
3° giornata: Gli occhi del lupo - Autore vs Personaggio 

14 lug 2018

COVER REVEAL: L'altra metà della luna - Federica Amalfitano (Gli occhi del lupo #2)

Buongiorno a tutti e buon fine settimana :)
Oggi una bellissima news, sta per uscire il nuovo libro di Federica Amalfitano, secondo al suo "Gli occhi del lupo" (che ho recensito qui).
E oggi possiamo subito vedere la cover e pregustare due estratti ;)




➳ Titolo: L'altra metà della luna (Gli occhi del lupo #2)
➳ Autrice:  Federica Amalfitano

➳ Editore: Aletti editore

➳ Pagine: 264
➳ Data uscita
 Luglio 2018



➳ Trama
 Ho trovato un motivo per essere felice. Tu sei e resterai la cosa più bella che mi ha sconvolto l’esistenza… sei la mia metà della luna.

Selene Verdana è pronta ad attaccare Florence insieme ai suoi alleati.
I Kean hanno abbandonato la piccola cittadina per cercare di proteggere i suoi abitanti e soprattutto Ellen che nel frattempo, senza Taylor, si sente sempre più sola. Quando il suo lupo protettore però si fa vivo porta con sé qualcosa di oscuro; qualcosa che forse solo dei sentimenti profondi riusciranno a cambiare.

Tra battaglie all’ultimo sangue, orde di licantropi pronte a morire per onore e segreti svelati, i due ragazzi cercheranno di riscrivere la loro storia, perché il filo invisibile che li tiene uniti è più forte di qualsiasi cosa.
















➳ Angolo dell'autrice


Federica Amalfitano nasce a Ischia, si laurea in Scienze Biotecnologiche per la Salute all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e lavora in un laboratorio. Ha sempre avuto una passione smodata per i libri, ma quella per il genere Fantasy nasce grazie a “Il 
Signore degli Anelli” di Tolkien e il primo libro di Cristopher Paolini “Eragon”.

Ha pubblicato nel 2016 con la stessa Casa Editrice “Gli occhi del lupo”, primo volume del dittico.






13 lug 2018

Cosa ci porta il vento #74 Segnalazione: I quattro regni - Pietro Tulipano

Buongiorno a tutti e buon venerdì :)
Come state? Vi state godendo quest'estate? Magari una vacanza o anche solo un po' di meritato relax..

Oggi vi aiuto a distrarvi un po' con una nuova segnalazione dal sapore un po' fantasy..





➳ Titolo: I quattro regni
➳ Autore:  Pietro Davide Tulipano

➳ Editore: Astro (E-sordisco)

➳ Pagine: 364
➳ Prezzo
 €1,99 ebook



➳ Trama
Gli orchi, antichi nemici degli uomini, nani ed elfi, stanno effettuando una corsa agli armamenti. Il re, allarmato, cerca alleati, i quali nominano un’ambasciata composta dai loro guerrieri più abili e fidati e da uno dei paladini, saggi guerrieri custodi della pace. Tra loro ci sarà anche un abile cacciatore dal passato misterioso, appartenente a un’antica razza ormai quasi del tutto estinta. Con il benestare del re degli uomini, si aggiungerà alla spedizione anche una giovane ragazza, Aisling, figlia di un nobile generale del regno.
Intanto Déltan, un giovane contadino orfano di padre, conduce la sua esistenza tranquilla in una piccola città del regno, sognando un giorno di esplorare il mondo. Una sera, la sua città viene attaccata da mostruose creature anfibie. I cittadini e i soldati resistono all’attacco, ma buona parte della città è data alle fiamme. Déltan non riesce a salvare sua madre e il giorno seguente, decide di unirsi all’ambasciata di Aisling.

8 lug 2018

Quattro blog per un autore: L'ascesa del popolo maledetto - Marco Della Mura (Il destino dei ruma #1)

Buona domenica a tutti! :)
E di primo mattino oggi (beh, non proprio ma io mi sono comunque appena svegliata..) vi lascio il nuovo appuntamento con la rubrica "Quattro blog per un autore" con Marco Della Mura, autore del fantasy che vi presento oggi.


➳ Titolo: L'ascesa del popolo maledetto - (Il destino dei ruma #1)
➳ Autore: Marco Della Mura 
➳ Prezzo €15,50 cartaceo €3,99 ebook
➳ Trama
I popoli di Kendar vivono un'esistenza lontana dal resto del mondo, isolati da poderose catene montuose ad est, dimentichi del grande ciclo di vita e morte che governa il mondo. Elan è un giovane elfo che vive relegato in un piccolo anfratto di paradiso tra le montagne, in una comunità pacifica e tranquilla. Gli elfi che vivono con lui però sembrano aver dimenticato la loro natura di viaggiatori, mentre lui agogna a partire alla scoperta del mondo. Un giorno il fato porta Elan a vagabondare per le terre di Kendar combattendo contro gli uomini che lo vogliono morto e contro il suo passato. Si ritroverà a condividere questo viaggio con altri individui: un inesperto mago, un uomo dagli oscuri sensi di colpa, un'elfa ostile e solitaria, un nano appartenente ad un'élite leggendaria e molti altri. Assieme a loro si ritroverà nella mitica capitale dei nani dove avrà inizio il suo viaggio: un viaggio che porterà Kendar all'inizio della sua fine.


“E ADESSO SCRITTORE… CONTINUA TU!”


A) DARE SFOGO ALLA SUA SCRITTURA CREATIVA SCEGLIENDO UNO DEI TRE QUESITI PROPOSTI 

B) DARE ORIGINE A UN RACCONTO BREVE SCEGLIENDO TRA TRE INCIPIT


B) 

-Fantasy:



Il sole stava tramontando sulle verdi vallate di Renwinter quando Spoongy, elfo nato e cresciuto nel villaggio più piccolo del Regno di Nalyssa, iniziò la sua corsa a perdifiato giù per il sentiero immerso nella foresta di Kinwood. Se le sue orecchie a mezzapunta non lo avevano tradito stavolta, aveva appena sentito un rumore di zoccoli avvicinarsi ed era raro vedere dei cavalieri a Renwinter.



Correva senza sosta quando inciampò in un sasso e, perdendo l’equilibrio, si ritrovò con la faccia nella polvere. Sei cavalieri dalle armature argentate, lo aspettavano alla fine del sentiero e la sua vita sarebbe cambiata presto, molto presto.

Si stropicciò gli occhi iniettati di sangue a causa dei minuscoli capillari sanguigni esplosi e si alzò preparandosi a fronteggiare i sei individui. Barcollò contro un faggio quando si accorse che davanti a lui non c’erano altro che i riflessi di Rii; il secondo dei sette enormi corpi celesti che si alternavano nei cieli di Nalyssa durante le fasi di afelio e perielio. “La Candida Signora Argentata” lasciava cadere i suoi nobili strascichi sulla terra quella sera, ricoprendo la vegetazione di leggiadri riflessi argentei. Spoongy si inerpicò su per il faggio con grande agilità districandosi abilmente tra i suoi rami finché non ne raggiunse la cima venendo accolto con piacere dalla brezza serale che spirava dalla valle. Due passerotti cinguettanti gli sfiorarono il capo battibeccando sopra gli alberi. L’elfo fece spaziare lo sguardo nella vallata ammirando lo splendore di quei riflessi luminosi che sopivano il tenute bagliore rossastro del sole. Le sue orecchie fremettero ronzando per il piacere di una tale visione celestiale. D’improvviso si rese conto di avere una gran fame, come se avesse un vuoto nello stomaco, ma era sicuro di essersi cibato da poco tempo nel bosco. Ridiscese dall’albero con l’intenzione di trovare tracce dei cavalli che dovevano essere passati da quelle parti, li aveva sentiti prima, ne era certo. Mentre camminava gli si appannò un paio di volte la vista e scorse, indistintamente, tra gli alberi il cielo tornare misteriosamente luminoso, i riflessi di Rii parvero nascondersi all’ombra dei tronchi e sotto il muschio dei sassi che cresceva a nord.  Uscì della foresta ritrovandosi a camminare in un enorme prato di colline verdi, sotto uno strano cielo con grosse nuvole nere che nascondevano il sole, anche se non si capiva esattamente dove potesse essere nel cielo, era sicuro di averlo visto tramontare. Rii d’altro canto sembrava essersi fatta opaca e lontana. Vampate di giallo acceso si facevano largo tra le grosse nubi, dando l’immagine di uno scenario quasi apocalittico. Ma l’aria era calma, nessun presagio di tempesta, sembrava quasi un disegno il cielo, immortalato lassù da un grande pittore. Dietro di lui c’era la Foresta di Kinwood, che doveva estendersi per chilometri verso l’orizzonte, anche se non si vedevano colline. Ma gli alberi erano strani, parevano riflettere la luce del cielo e i tronchi erano giallognoli e le foglie quasi viola. Poi dal bosco uscì un carretto trainato da un equino che fece sorridere di soddisfazione Spoongy, allora c’era stato davvero un cavallo. Alla guida c’era uno strano individuo che continuava a grattarsi le orecchie e a sistemarsi il cappello viola con una piuma sulla testa. Fumava da una grossa pipa verde, il cui tabacco all’interno bruciava con piccole scintille e le fiamme salivano oltre il boccaglio. Spoongy non era sicuro fosse tabacco. «Buondì giovanotto. Che fate da queste parti?» si rivolse a lui, l’uomo che pareva avere la sua stessa età.«Sto cercando del cibo» disse, non sapendo che altro rispondere.«In tal caso non posso aiutarti» replicò l’uomo.Amcor annuì comprensivo, anche se si accorse che l'uomo aveva sei o otto ceste piene di cibo attaccate al letto…Letto? Guardando meglio si accorse che il carro non era altro che un letto a baldacchino, marrone ma con le lenzuola ben ripiegate e le tendine legate ai sostegni. «Perché hai un letto al posto del carro?»L’uomo lo guardò accigliato. «Beh, un letto è molto più comodo» disse come se fosse la cosa più banale del mondo, e in effetti lo era.Guardando meglio notò che sotto il carro c’erano delle macine di un mulino al posto delle ruote. Certo grandi come ruote di un carro, ma lui era certo fossero macine di pietra. «Sono macine di pietra quelle al posto delle ruote?»L’uomo si sporse e guardò le macine come se non le avesse mai viste prima, poi si rimise a sedere sul bordo del letto. «Sì è vero. Sono macine»Spoongy stava per dire di nuovo qualcosa quando si accorse che a trainare il carro-letto non c’era un cavallo come gli era parso inizialmente, ma un grosso coniglio nero.«E quel coniglio? Come mai è così grosso e traina il tuo carro?»L’uomo si sporse in avanti, e sgranò gli occhi scioccato «Quello?» esclamò, poi si ricompose, «Ah lui è Rogabash… o Rosciobag… oppure era Rogk… oh aspetta… no, non me lo ricordo. Ha un nome difficile… eheh gliel’ho dato io» concluse pavoneggiandosi.Spoongy guardò di nuovo il coniglio, non ne aveva visti molti in vita sua, ma era sicuro che i conigli non avessero una cresta che attraversasse la loro schiena. «E come fanno a stare assieme?» chiese indicando le macine e il letto.L’uomo si sporse di nuovo. «Ah, dici le ruote e il carro?»«Sì, le macine e il letto».L’uomo parve pensarci. «…ah non lo so».Passò un po’ di tempo, poi l’uomo guardò in alto e disse: «Non fa un po’ caldo?»Spoongy non sentiva caldo, ma pensava che l’uomo avesse ragione. C’era un caldo infernale. «Beh, in effetti sì».L’uomo si rimise a sedere soddisfatto, sbuffando dalla grande pipa. Dall’altro lato del letto si alzò scricchiolando un grosso albero come quelli del bosco, e si aprì sopra di loro facendo una grande ombra. Spoongy lo guardò stupefatto. «Come hai fatto?»«Avevo caldo».Spoongy parve aver capito. «Sei un mago?»Lui lo guardò divertito. «Uno stregone dici? Ahahahah, no. Ma ne conosco uno. Se vuoi te lo chiamo».«No, non ce ne è bisogno» lo rassicurò l’elfo tornando serio.«Ma no davvero. Vive non molto lontano da qui… o era non molto vicino?»Spoongy non capì se lo stesse chiedendo a lui. «No. Davvero».«D’accordo» disse l’uomo.Poi annusò l’aria e guardò in alto, annuì e disse: «Sta arrivando!»Amcor si irritò. «Ti avevo detto di non chiamarlo!»Lui lo guardò perplesso. «Ma chi?»«Il mago!»Lui continuò a non capire, poi scrollò le spalle «Avevo capito ti servisse. Ad ogni modo, non è mica che hai mangiato quei funghi?» chiese con sguardo indagatore.«Non dovevo? Quali funghi?» domandò perplesso cercando di non far capire all’uomo che stava mentendo.Lui scosse la testa in segno di disapprovazione. «Sapevo che avrebbero portato qualcuno a vedere; drogarsi durante l’equinozio di Rii può essere fatale. Sei consapevole del fatto che quell’inetto di Miri Nu-Bargu, il nano orco che ha sventato l’assalto dei Glorb, lo ha fatto solo grazie al fatto di aver mangiato gli stessi funghi che hai ingoiato tu?» domandò indagatore.«Non capisco...»«Sveglia! Hai mai visto il cielo di questo colore? Neanche la follia di Urk tinge i cieli di un giallo così intenso, è chiaro che stai vedendo il futuro e non mi sembra così popolato, tu che dici?» lo rimbeccò l’uomo.Spoongy si guardò intorno spaesato. Le nuvole nere sopra la sua testa riflettevano traslucide e burrascose, come un mare al contrario, l’immagine della terra sotto i suoi piedi, non doveva essere più larga di una mezza dozzina di chilometri, montagne, colline, boschi tutto era scomparso tranne quell’esiguo boschetto da cui erano usciti lui e l’uomo, la foresta di Kinwood che doveva essere una delle più grandi nel Regno di Nalyssa. Oltre, il riflesso delle nubi mostrava solo infinito, profondo, insondabile buio cosmico.«Chi sei tu?» chiese Spoongy paralizzato.«Un messaggero, una guida, un folle, l’unico non cieco, la tua coscienza, quello che vuoi tu. L’importante è che io sia già morto» l’uomo scrutò a ovest, «Oh, sembra che il mago stia arrivando, pare che sia meglio che tu fugga coniglietto» disse prima di trasformarsi in sabbia che venne portata via dal vento. 

Le altre giornate riguardanti questo libro:

1° giornata: In compagnia di una penna - La copertina del libro
2° giornata: Leggendo insieme - La vita divertente di un autore
3° giornata: Gli occhi del lupo - Autore vs Personaggio


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