14 set 2016

Lettera al figlio che non avrò - Linda Lê » Mini recensione

Buonasera a tutti e buon ritorno a scuola a tutti coloro che sono tornati tra i banchi questi giorni!
So che molto spesso quest'espressione fa storcere il naso agli studenti, è vero.
Spero non sia stato traumatico per voi!
A tutti gli altri spero che in ogni caso sia stata una bella settimana, anche senza ritorno tra i banchi.
Supponevo di pubblicare questa breve recensione ieri, ma i miei conti non tornano mai..




➳ Titolo: Lettera al figlio che non avrò
➳ Autrice:  Linda Lê
➳ Casa editrice: Edizioni Clichy
➳ Pagine: 78
➳ Prezzo:  €10,00 cartaceo
➳ Anno di pubblicazione: 2011

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➳ Trama


In una società in cui la sfera privata è diventata uno spettacolo permanente, l'immagine di perfezione di ogni donna obbliga a essere madri, ad avere e ad amare dei figli. Scrivendo a un figlio che non avrà mai, Linda Lê si emancipa da questa imposizione sociale e culturale e racconta, con tutto l'amore possibile, perché ha deciso di non entrare in questo schema, perché ha deciso di non avere un figlio, scelta tanto più difficile e dolorosa perché il suo uomo, S., vorrebbe averlo. E l'autrice, in questo libro che ha sollevato un autentico dibattito in Francia, lo spiega raccontando autobiograficamente e con grande sincerità, la propria infanzia, una madre onnipresente e forte, un mondo tutto al femminile, una vita che l'ha portata a creare un desiderio di sé diverso da quello che è richiesto dal mondo. Karen Blixen scriveva "Non si può andare a cercare il Graal con un passeggino". Linda Lê vede di fronte a sé un figlio che non saprebbe amare, un destino che la porterebbe ad abbandonare tutto ciò che costruisce la sua identità, e di fronte a un sistema in cui l'espressione della libertà diventa intollerabile allo sguardo di un mondo che esige una conversione al sistema familiare, la scrittrice rifiuta ogni forma di durezza, ogni pretesa di una regola costruita da chiunque altro che non se stessa. Al contrario, è tutta la dolcezza del proprio amore che lei offre a questo figlio che non esisterà mai, ma che vive continuamente, in ogni istante, nel suo luminoso immaginario.


➳ Mini recensione


"Allontanavo tutto ciò che sembrava definitivo, come se solo l'effimero mi preservasse dagli inconvenienti. Tutto doveva restare allo stato rudimentale, ciò che prendeva corpo mi spaventava [...]. Mi affezionavo alla mia solitudine, la mia scialuppa di salvataggio, ma non disperavo di rompere il mio isolamento, facevo due passi in avanti e tre indietro, la mia introversione m'inclinava alla freddezza, ogni effusione mi sembrava grottesca, le carezze, i soprannomi, le esplosioni di tenerezza erano proibiti."
Un libro schietto, sincero, un libro con il quale alle volte è difficile concordare, sembra uscito da un mondo strano, un po' difficile da comprendere.
La storia di come la propria infanzia può influire prepotentemente nella scelta di diventare genitori nel futuro.

Lo stereotipo della donna che sempre deve essere madre, come se fosse una tappa obbligata nella loro vita, qui viene superato. La lettera sincera di una donna che è stata onesta, sincera, con se stessa e con gli altri. Diventare genitori è una scelta e tale deve rimanere, non è e non sarà mai un obbligo. 
Molti potrebbero definire questa lettera come delirante, il risultato di un momento poco lucido della protagonista che affida tutti i suoi pensieri ad un pezzo carta che mai arriverà al destinatario.
Vari propositi che la protagonista, riferendosi al bambino mai nato, credo voglia indirizzare soprattutto a se stessa, ad una nuova lei che rinascerà.

Questo che segue è un pensiero che ho scritto alla fine del libro poco dopo aver finito di leggerlo.
La forza della mente.Un bambino mai nato che riesce comunque ad influenzare le azioni ed i pensieri di una mai-madre.
La spinta che, nonostante il suo non aver mai procreato, la porta sulla buona strada.
La personificazione di un desiderio di pace e armonia, tutto trasferito in questa figura astratta dell'ipotetico figlio. Dare una figura, anche se solo mentale, ad un desiderio e quindi vederlo come una persona lo rende più potente, quasi più reale e al contempo più forte.

Un libro che si legge in fretta, anche solo in un'ora. Un libro che, a parer mio, va letto per il semplice fatto sullo stereotipo che ho riferito poco più su.
Una scrittura che alle volte, però, può confondere, così come probabilmente il flusso di pensieri nello scrivere una lettera simile avrebbe confuso chiunque.

Ed io finirei con un'altra citazione, così come abbiamo iniziato.
"Tutt'al più demiurgo di se stesso, colui che cova il progetto di essere l'esploratore del caos interiore non è un genitore che trasferisce le proprio vanità sulle proprie produzioni, sostituite dalle sue amate testoline bionde. L'emergere di una fantasia non equivale alla chiusura dentro di sè di un germe di vita."



Voto: 4 frecce su 5.


2 commenti:

  1. Non conoscevo questo libro, ma rientra nelle letture che adoro fare! Grazie per la tua recensione! :)

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    Risposte
    1. Sono contenta che tu abbia trovato interessante il libro, grazie a te per averla letta^^

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